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Il ReiKi in relazione con la “guarigione/malattia”

reiki

Il ReiKi è considerato come una tecnica di guarigione spirituale ed energetica.
La cura spirituale consiste nel diventare parte della consapevolezza universale, mentre la cura energetica rimuove i sintomi mentali e fisici.


La malattia è un messaggio spirituale durante il nostro percorso verso il risveglio interiore.

La cura energetica avviene quando il messaggio spirituale è compreso e accettato.

 

N.B.: La malattia non è altro che la manifestazione di scontentezza dell’anima che accusa malessere. È la rottura di un equilibrio nell’armonia della difettosa sintonia con il tutto.

La malattia è una grande “indifferenza” del sé inferiore, che manifestandosi prima all’anima, diventa poi visibile al corpo fisico, attraverso blocchi energetici che

danno origine ai disturbi.

La malattia manifesta uno squilibrio energetico, un “ALT” nel sistema eterico e a tale

squilibrio o disarmonia è possibile far risalire i sintomi fisici.

 

Il ReiKi porta armonia nello stato energetico e facilita la guarigione, verificando cambiamenti nella consapevolezza; la guarigione è una delle tante sfaccettature del Reiki.

 

Diversi maestri considerano questa disciplina nei suo quattro aspetti, indicati come “porte di accesso”:

 

1. La “guarigione” fisica.

È la cosa immediata, partecipando ad un seminario, prendiamo contatto con l’energia, adoperando da subito le mani posizionandole su noi stessi e sugli altri, per capire il funzionamento della medesima.

 

2. La crescita personale.

Il Reiki è in sintonia con le manifestazioni olistiche che vedono il sintomo come un disequilibrio e si propongono un mirato lavoro per eliminarlo e ripristinare l’equilibrio compromesso.

La guarigione poi si manifesta perché non esiste più la causa del disequilibrio e porta con se una crescita personale, ovvero un cambiamento interiore, con lo scioglimento di blocchi e traumi responsabili del disagio causato. Si riprende così un percorso interrotto magari durante l’infanzia.

E’ accertato da antropologi che noi cresciamo per tutto il tempo dell’adolescenza, poi iniziamo ad invecchiare.

Con Reiki si ritrovano gli stimoli giusti per riprendere il cammino di maturazione, la crescita spirituale.

 

3. La crescita spirituale.

La Pura Dottrina non vuole essere una via, un insieme di credenze da accettare o regole da seguire, il ReiKi sollecita a trovare dentro di noi ciò che la nostra spiritualità, la nostra interiorità ci spinge a scoprire, in altre parole “il maestro interiore che sta nel cuore”.

La disciplina spirituale porta alla chiarezza, al percorso di crescita che può essere rappresentato da una religione, una via iniziatica, un rapporto scientifico/materiale, il ReiKi stesso.

 

4. La porta misterica.

Il ReiKi ha due aspetti fondamentali e complementari:

- ha l’aspetto scientifico/tecnico/fisico/razionale perché nella sua pratica rispetta tempi e codici (il 1° livello è molto tecnico).

- L’altro aspetto riguarda la connessione con l’energia che ci proietta verso l’alto, verso un verticalismo che unisce l’essere umano idealmente al mistero del Divino.

 

Il presupposto naturale da cui parte il ReiKi è l’esistenza di canali energetici all’interno di noi (sono usati anche nell’agopuntura e nella riflessologia), uno di questi canali parte dalla sommità del capo, arriva all’altezza del cuore e si dirama attraverso le braccia e le mani.

 

Lo scopo del ReiKi oltre alla guarigione, è il rafforzamento dei talenti naturali, l’armonia dello spirito, la salute del corpo, la luce interiore.

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